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Karate, Judo, Jiu Jitsu o Aikido: quale arte marziale scegliere?

Quale arte marziale scegliere quest'autunno?

Stai pensando di dedicarti a un’arte marziale quest’autunno, ma non sai quale scegliere? Per aiutarti a decidere, ecco una rapida panoramica delle differenze tra Karate, Judo, Aikido e Jiu Jitsu, quattro delle arti marziali giapponesi più conosciute.

1. Il karate

Il karate, che probabilmente ha avuto origine a Okinawa, significa “mano vuota”(kara-te). Da un punto di vista tecnico, si tratta effettivamente di una disciplina praticata a “mani nude”, ma la “mano vuota” evoca anche, da un punto di vista filosofico, la nozione di “vuoto” del buddismo. Quindi la pratica può anche portare a una forma di “lasciarsi andare”.

I praticanti di karate, conosciuti come karatekacome in tutte le arti marziali giapponesi, applicano il codice del bushido (“la via delle tecniche del guerriero”). Da quel momento in poi, il Karate, il Judo, il Jiu Jitsu e l’Aikido sono governati da valori che vanno al di là dello sport e che li rendono vere e proprie arti di vita: onore, coraggio, rispetto, umiltà, ecc.

Karategi per bambini

Esistono diversi stili di karate, a seconda del maestro e della scuola, tra cui Shotokan, Wado, Shito e Goju.

Qualunque sia lo stile, il Karate è caratterizzato da tecniche di attacco (pugni, gomiti, piedi, mani aperte, ecc.) e di blocco.

Kimono da karate o karategi

Vengono organizzate competizioni e il karate dovrebbe diventare uno sport olimpico ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo (XXXII Olimpiade del 2021). Le competizioni kata illustrano le sequenze di tecniche codificate, eseguite a vuoto, che permettono ai praticanti di perfezionare i loro movimenti. Il Kumiteo combattimenti, mettono due avversari l’uno contro l’altro, ognuno dei quali indossa una cintura rossa o blu per distinguersi.

L’abbigliamento del karateka è composto da un karategi (erroneamente chiamato kimono), solitamente di colore bianco, e talvolta di protezioni : guanti, elmetto, paradenti, parastinchi, conchiglia, ecc. Nel Karate, l’ordine è il seguente: bianco, giallo, arancione, verde, blu, marrone (malva) e nero. Ma questa gradazione può variare da scuola a scuola.

2. Judo

Judogi blu da competizione

Il termine Judo indica la “via della flessibilità”. Creato nel 1882 da Jigorō Kanō, non è solo un’arte marziale moderna, ma è anche diventato uno sport olimpico.

Combina tecniche di lancio(nage waza) che mirano a sbilanciare l’avversario e a farlo cadere a terra, con tecniche di immobilizzazione e di controllo, utilizzando varie chiavi e strangolamenti(katame waza). A differenza del karate, la pratica del karate prevede una grande quantità di lavoro a terra.

Come la canna che si piega ma non si spezza, il judo preferisce la flessibilità alla forza, da cui il suo nome. Il suo fondatore si è ispirato all’insegnamento del Jiu Jitsu che lui stesso aveva seguito in diverse scuole tradizionali, ma ha eliminato le tecniche belliche più pericolose per mantenere solo le virtù fisiche e mentali.

Judo e judoka in competizione judogi

Il judokaI praticanti di judo indossano un judogi bianco per gli allenamenti e bianco o blu per le gare. Non esitare a seguire i nostri consigli per scegliere il judogi giusto!

Come in altre arti marziali, le cinture colorate vengono utilizzate per distinguere i gradi, nel seguente ordine: per il primo kyū, cinture bianche, gialle, arancioni, verdi, blu e marroni. Seguono le cosiddette cinture superiori, che corrispondono ai livelli dan: nere per i gradi dal 1° al 5° dan, rosse e bianche per i gradi dal 6° all’8° dan e rosse per i gradi dal 9° al 10° dan.

3. Jiu Jitsu

Kimono da Jiu Jitsu

Il caso del Jiu Jitsu (noto anche come Ju Jitsu o Jūjutsu), l'”arte della flessibilità”, è più complesso. In realtà, in origine non era una disciplina unificata e codificata, ma un insieme di tecniche di combattimento sviluppate dai samurai per difendersi in battaglia e nei duelli.

Queste tecniche guerriere venivano quindi insegnate in diverse scuole tradizionali, chiamate “koryū”, durante l’epoca Edo. Esistevano tanti tipi di Jiu Jitsu quante erano le scuole.

Solo all’inizio del XX secolo, nel tentativo di preservare queste tecniche, emerse gradualmente un sistema di insegnamento che riuniva le pratiche di diverse scuole. Nacque così il Jiu Jitsu come disciplina moderna, con una vocazione meno bellica e più educativa.

La sua scia è stata seguita da numerose altre arti marziali, tra cui il Judo e l’Aikido, oltre al Brazilian Jiu Jitsu. In questo senso, il Jiu Jitsu può essere considerato il padre di molte discipline contemporanee.

Esistono tre tipi di tecniche, una sintesi di quelle presenti nel Judo e nel Karate: tecniche di attacco (atemi-waza), tecniche di lancio (nage-waza) e tecniche a terra(ne-waza).

Ancora una volta, come suggerisce il nome stesso, il Jiu Jitsu trasmette l’idea che la flessibilità prevalga sulla forza. Il praticante evita quindi di mettere la forza contro la forza: attraverso i suoi movimenti e le varie tecniche di controllo, cerca invece di incanalare l’attacco e di rivolgerlo contro l’avversario.

Jiu Jitsu brasiliano

Per quanto riguarda l’abbigliamento, è consigliabile indossare un gi resistente in termini di colletto e cuciture, dato che gran parte delle tecniche vengono praticate a terra. Un judogi di buona fattura è sufficiente. In genere il gi di allenamento è bianco ; in gara sono ammessi solo il bianco, il nero e il blu.

La progressione delle cinture è la seguente: bianca, gialla, arancione, verde, blu e marrone, nera dal 1° Dan, rossa e bianca dal 6° Dan e rossa per il 9° e 10° Dan.

4. Aikido

L’Aikido, la “via dell’armonia” o “concordanza delle energie”, è stato fondato da Morihei Ueshiba ōsensei, tra il 1925 e il 1969. Come il Judo, fu ispirato in parte dall’esperienza del koryū (scuole di arti marziali tradizionali) e alle tecniche del Jiu Jitsu.

Tuttavia, Morihei Ueshiba aggiunse una dimensione veramente spirituale, ispirata sia allo Shinto che al Buddismo. Egli concepì l’Aikido come un ‘”Arte della Pace” in cui lo scopo delle tecniche non è vincere sull’avversario – non c’è competizione nell’Aikido – ma rendere inutile il combattimento.

I partner dell’Aikido si alternano quindi nei ruoli di attaccante(uke) e difensore(tori) per praticare tecniche a mani nude o con armi (spada di legno“bokken“, bastone“jō” e coltello di legno“tantō”).

Un’arte marziale incentrata esclusivamente sulla difesa, che si basa sull’armonia interiore (corpo-mente) e sull’armonia con l’energia del partner. Muovendosi a spirale, assorbendo l’energia dell’altro e mantenendo il partner in equilibrio, il tori annienta l’attacco: l’uke si libera dalla tecnica cadendo (ukemi), a volte in modo spettacolare, ma sempre in modo fluido e controllato.

L’abbigliamento di base è il keikogi o aikidogi bianco. È lo stesso del Judo, ma ci sono anche giacche speciali con maniche più corte per facilitare le tecniche di presa dei polsi.

Il kimono dell'Aikido o keikogi

Armi (bokken, tantō), così come la hakama (spesso di colore nero o blu), una sorta di gonna divisa che il maestro autorizzerà lo studente a indossare a partire da un certo livello di avanzamento. Così, a seconda del dojo, l’uso dell’hakama sarà talvolta autorizzato fin dall’inizio, oppure dal terzo, secondo o primo kyū.

In generale, le scuole utilizzano diversi colori di cintura per indicare il livello dello studente: bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone, dal sesto al primo kyū, poi la cintura nera dal 1° Dan.

Grazie a queste informazioni, speriamo che tu scelga la disciplina più adatta a te. In ogni caso, spingi le porte dei dojo, osa salire sui tatami e prova: non c’è niente di meglio per aiutarti a trovare il tuo la tua strada!

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